“E’ la fede la mia fonte di Coraggio”- ‘Issimi, il racconto di Chiara

Vi proponiamo il bellissimo racconto di Chiara che ha partecipato al Campo Giovanissimi, dal 19 al 22 Luglio, al Centro La Pace di Benevento.

“I giovanissimi partono per il campo 2018 con euforia, emozione, spirito di avventura, chi con tremila camicie e chi con felpe “pesanti”, chi con enormi bagagli e chi con piccole valigie… tutti con la voglia di divertimento, la curiosità di una nuova e bella esperienza, l’aspettativa e il desiderio di abbandonare il caldo di città per qualche giorno e trovare un po’ d’aria fresca … Insomma, gli issimi partono carichi e arrivano a Benevento con il coraggio a mille di scegliere attentamente, ogni giorno, di vivere a pieno questo campo, di amare e lasciarsi amare dalla grande famiglia quale è l’Azione cattolica, di fidarsi e affidarsi all’équipe educatori, ai sacerdoti e ai seminaristi, di pensare a quello che è stato e sarà tutti i giorni, di imparare a fare squadra, già in AC, per i goal della propria vita! Ecco come sono arrivati gli issimi al “Centro la pace” alle 17 circa del 19 Luglio, senza nemmeno immaginare che sarebbe stato proprio il coraggio il loro compagno di viaggio!

Dal primo giorno ci è stata posta una domanda: “Che nome dai al tuo coraggio?”, una domanda che ci ha accompagnati in tutti i momenti e a cui abbiamo tentato di rispondere grazie alle riflessioni guidate dai laboratori che hanno visto protagoniste le nostre condivisioni. Dare un nome alla nostra “dose di coraggio” non è facile, non è roba da tutti i giorni insomma ed infatti è stato più facile farlo cominciando a studiare questo coraggio da vari punti di vista, in base ai più generali timori che sentiamo il bisogno di vincere soltanto con questa giusta dose.

Il coraggio del quotidiano: in quanto uomini viviamo tutti delle nostre insicurezze, talvolta sono pochi coloro che sentono di essere abbastanza coraggiosi nella vita in generale… eppure ciò che abbiamo cominciato a capire con questo campo è che siamo molto più coraggiosi di quanto crediamo, tutti. Basti pensare che ogni giorno abbiamo il coraggio di vivere il presente, affrontare il ricordo del passato, sfidare l’avventura dell’ignoto futuro. Basti pensare che ogni giorno abbiamo il coraggio di sapere che “ci vuole coraggio ad avere coraggio”; basti pensare che abbiamo l’intenzione di vivere “cor habeo”: sì, avere coraggio vuole dire avere cuore!

Il coraggio di scegliere: tante sono le volte in cui dobbiamo fare delle scelte, dobbiamo decidere cos’è meglio fare in base al nostro scopo, in base a ciò che ci viene offerto e sappiamo quanto è difficile farlo; soprattutto lo sappiamo perché conosciamo quanto fa paura non avere la certezza di quale sia in realtà la scelta giusta. Saper scegliere vuol dire, talvolta, saper rinunciare con la consapevolezza che non tutto è necessario alla nostra strada, ai nostri valori, alla felicità delle persone a cui teniamo; non tutto può andare bene anche in base alla società e al tempo che viviamo, che purtroppo e/o per fortuna, ci dà dei limiti. Per scegliere con coraggio, infatti, bisogna stare nelle cose, saperle vivere veramente. Le nostre scelte di issimi di essere testimonianza, di credere, di aprirci al confronto, di crescere, di farci guidare… la scelta di portare il nostro nuovo impegno nelle scuole grazie al MSAC, che per molti è stato quest’anno una scoperta e per altri una vera e propria promessa!

Il coraggio di amare: l’amore è proprio quel sentimento che ci fa scegliere, che ci fa fidare, che ci fa stare davvero nelle cose … amare è alquanto difficile, al giorno d’oggi che sono andati persi alcuni valori forse un po’ di più e allora come si impara a farlo? Grazie alle parole di don Luigi è stato più facile sapere che la facoltà dell’amore si studia solo all’università del Vangelo, il cui maestro è il Signore. Tanto ci hanno sorpreso in questo campo le parole dei cari don! Donare il proprio amore vuol dire proprio donare se stessi, senza avere la pretesa che quell’amore sia ricambiato e ciò fa paura perché comporta dei rischi, per questo serve coraggio ad amare. Chi, però, sarebbe disposto a non avere tale coraggio se l’amore sappiamo essere l’unico mezzo per la felicità? Credo nessuno, e lo credo perché in fondo tutti prima o poi capiamo che ci basta darne di amore, diventiamo tutti sazi dell’amore conoscendo la bellezza di un sentimento che in fin dei conti è “a-mors” cioè “senza morte”; un sentimento che riconosciamo col tempo nei piccoli, piccolissimi gesti, che arde in noi come un fuoco che ci invita non a spegnerlo, anzi ad alimentarlo. L’amore, che quando ci fa sentire amati ci fa vivere con tanta serenità… L’amore, che ci spinge ad avere il coraggio di metterci a nudo per farci amare, ad  abbassare tutti quei muri di difesa che costruiamo col tempo, per essere semplicemente noi stessi e magari rischiare di farci male, di alzare dopo dei muri ancora più alti, ma un coraggio che alla fine ci incoraggia a vivere e niente più!

Il coraggio di affidarsi: è nelle prove di tutti i giorni che sentiamo di doverci affidare ed è per questo che abbiamo capito quanto sia importante la fiducia, che va vissuta come una conquisa fondamentale per le relazioni che abitano la nostra vita. Anche la fiducia fa paura, perché abbiamo sempre il timore che l’altro possa non saper accogliere ciò che siamo, eppure “il modo migliore per scoprire se ci si può fidare di qualcuno è dargli fiducia”, come quando ci affidiamo con la parola a Dio nelle tentazioni che viviamo. Il campo ci è servito a capire anche che il rapporto con Dio è di una fiducia reciproca, già solo per il fatto che Egli ci ha donato il libero arbitrio proprio magari per farci provare il bisogno e la possibilità di avere fede, di affidarci… ed è stato, infatti, bello pensare a quanto siamo disposti ad affidare la guida della “propria bicicletta”, ed è stato forse ancora più bello pensare alle bellezza di una guida fatta in due! Le nostre riflessioni si sono soffermate anche sulle nostre ansie, le nostre preoccupazioni che abbiamo cominciato a capire di poter affrontare con coraggio proprio con la fede, la fiducia dei propri limiti e della proprie capacità.

Il coraggio di fare rete: amare, fidarsi, scegliere possono essere gli elementi costituenti del fare squadra per i goal della propria vita, con chi? Con se stessi, le persone che amiamo e che ci amano, con l’AC, con Dio.. per fare rete ci vuole coraggio sì, per farlo bene bisogna volerlo davvero e bisogna che tutto funzioni bene, che tutto sia in equilibrio. Come il corpo che per essere davvero corpo necessita di ogni sua parte, allo stesso modo per segnare nella vita c’è bisogno di essere se stessi, insomma di fare le scelte giuste, di amare per bene, di fidarsi delle persone che possono con noi fare squadra, di avere il coraggio di guardare la porta da calcio della partita della nostra vita, tirare un sospiro e correre, magari anche tanto, per poi tirare quel goal così tanto “faticato”!

Questa è stata la nostra esperienza dal 19 al 22 Luglio, vissuta con immenso divertimento tra giochi fatti come adolescenti che ogni tanto non vogliono crescere, balli sfrenati, canti a squarcia gola; tra convivenze, pranzi e cene fatti con un baccano forse mai sentito in un momento del genere, tra condivisioni, lacrime, sorrisi, conoscenze, solitudini e compagnie… quattro giorni vissuti senza indossare forse nemmeno una di quelle felpe per l’estremo caldo trovato, forse forse con tre ore di sonno a notte. Quattro giorni in cui siamo stati grati ai nostri educatori, per il loro saper essere a volte adulti e a volte un po’ adolescenti, per i momenti regalati, per le guide che sono, per averci bagnati fracidi con lo scherzo che anche quest’anno aspettavamo con ansia…Ecco cosa è stato il nostro campo-scuola, certamente non finito ma appena cominciato dal 23 Luglio, ricco di lezioni ora tutte da insegnare e ricordare. Un’ avventura che ci fa ancora una volta urlare “UNA VITA IN AC”!

Il nome della mia dose di coraggio? “Ho coraggio perché amo e quindi credo, perché credo e quindi amo”… con questo concludo, per ora, il mio caro racconto…”

Chiara Devastato, Issima Santa Maria delle Grazie di Marigliano

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