Riportiamo lo schema della catechesi per i genitori offerta da don Paolino Franzese lo scorso sabato 20 maggio durante la festa diocesana Acr&Genitori.
“Cari genitori oggi vogliamo aiutarvi con questa breve catechesi a riscoprire la responsabilità che avete nell’educare i vostri figli.
Il Cardinale Martini scrivendo ai genitori della Diocesi di Milano diceva: “Educare è come seminare: il frutto non è garantito e non è immediato, ma se non si semina è certo che non ci sarà raccolto”.
Nel giorno del Battesimo dei vostri figli, il sacerdote che amministrò il Sacramento vi chiese: ‘Che cosa chiedete alla Chiesa di Dio?’. E voi rispondeste: ‘Il Battesimo!’. Poi il sacerdote aggiunse: ‘Cari genitori, chiedendo il Battesimo per il vostro figlio, voi vi impegnate a educarlo nella fede, perché, nell’osservanza dei comandamenti, impari ad amare Dio e il prossimo, come Cristo ci ha insegnato. Siete consapevoli di questa responsabilità?’. E voi rispondeste: ‘Si!’.
Papa Francesco più volte ha ribadito che ‘i genitori tendono ad autoescludersi dall’educazione dei loro figli, consegnandoli agli esperti!’.
Invece voi genitori siete chiamati ad accompagnare per mano i vostri figli. Quando da piccoli andavamo a scuola e le maestre ci portavano in un luogo all’aperto ci raccomandavano: “Bambini tenetevi per mano”. Lo dobbiamo fare per poter stare insieme! Oggi la vita frenetica ci conduce talvolta su due binari diversi, su uno viaggiano i genitori, sull’altro i figli! E difficilmente si trova il tempo per stare insieme, per guardarsi negli occhi, per raccontarsi.
Imparate ad usare ogni giorno il dizionario dell’amore che Papa Francesco ha consegnato a tutti gli sposi cristiani, quel dizionario fatto appena di tre parole: permesso, grazie e scusa.
Permesso: per non essere mai troppo invadenti!
Grazie: per conservare un cuore grato!
Scusa: perché tutti possiamo sbagliare!
Tutto questo lo dovete fare insegnando ai vostri figli la Gratuità! Vi racconto una storia che vi aiuterà sicuramente a capire.
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino pose il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:
Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 Euro
Per aver riordinato la mia cameretta: 1,50 Euro
Per essere andato a comprare il latte: 0,50 Euro
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 Euro
Per ever preso due volte ‘ottimo’ a scuola: 2 Euro
Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: 1 Euro
Totale: 9 Euro
La mamma fissò il figlio negli occhi teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
Per averti portato in grembo 9 mesi: 0 Euro
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 Euro
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 Euro
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 Euro
Per tutto quello che ti ho insegnato giorno dopo giorno: 0 Euro
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene, e i panini che ti ho preparato: 0 Euro
Per la vita che ti do ogni giorno: 0 Euro.
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: ‘Pagato’. Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
Al termine vorrei lasciarvi una domanda: com’è la vostra fede?
Una fede “cicciobello”: è la fede legata all’infanzia e che resta nell’infanzia; spesso è l’esperienza di chi ha percorso le tappe del catechismo e non ha più avuto occasione di approfondire un proprio cammino spirituale…
Una fede “vecchia zia”: una fede fuori dal tempo, fatta di devozioni…
Una fede “bella cerimonia”: è la fede che dà solennità ad alcuni momenti importanti della nostra vita…
Una “fede pronto-soccorso”: è la fede che fa la sua comparsa nei momenti di dolore e di sofferenza…
Gesù ha in mente un’altra fede: è l’incontro vivo e reale con lui, un abbandonarsi tra le sue braccia senza timore, senza porre limiti e condizioni, in ogni momento della vita. Una fede capace di fermare la tempesta e placare le acque.