Dal 18 luglio al 21 luglio si è tenuto presso Scanzano il campo scuola diocesano dell’ACR.
Il campo, intitolato “Andata e ritorno”, ha avuto come protagonista Giuseppe, figlio di Giacobbe e la sua storia ha fatto da sfondo alle nostre giornate.
Il primo giorno di campo, dopo l’accoglienza e l’introduzione al campo, abbiamo visto lo spezzone del film, che ci avrebbe poi accompagnati in ogni giornata, che narrava del momento in cui i genitori di Giuseppe gli consegnavano la tunica. Successivamente ci siamo divisi in gruppi per compiere le attività del laboratorio “Sogno mio o sogno di Dio?”. In questo laboratorio, alla luce del passo biblico letto insieme, ognuno di noi ha riflettuto sul proprio sogno, e l’ha messo a confronto con ciò che Dio ha davvero in serbo per noi, analizzando così i segnali che Dio ci manda e il motivo per il quale ha scelto un sogno piuttosto che un altro. Abbiamo, poi, dato forma materiale al nostro sogno, disegnandolo e abbiamo, così, condiviso le nostre impressioni. Nel gruppo è emerso che la maggior parte di noi ha intravisto nel proprio sogno il segno di Dio, chi attraverso la figura genitoriale, chi attraverso la propria vocazione e abbiamo concluso che il nostro sogno è anche il sogno di Dio. Dopo il laboratorio, ci siamo sistemati nelle stanze e successivamente abbiamo cenato. Il momento più divertente della giornata è stato l’animazione, seguita dalla celebrazione d’accoglienza.
Il secondo giorno, dopo le lodi mattutine e la colazione, attraverso la visione del film, abbiamo scoperto un altro momento cruciale della vita di Giuseppe, ossia quando lui raggiunge i fratelli che erano andati a pascolare il gregge e costoro, non accettando il fatto che fosse il prediletto del padre, lo abbandonano nella cisterna strappandogli la tunica e facendo credere al padre che era stato ucciso dalle bestie, in seguito lo vendono come schiavo ad una carovana di Egiziani. A seguire, il primo laboratorio della giornata dal titolo “Oltre i miei confini” in cui abbiamo riprodotto su un foglio grande un bersaglio per le freccette sul quale andavano attaccati dei post-it con il nome delle persone che meglio conosciamo su una scala da uno a dieci. Durante le condivisioni, abbiamo spiegato il motivo della nostra “classifica” e ciò ci ha rivelato delle sorprese, infatti non sono stati pochi i ragazzi che hanno messo la famiglia agli ultimi posti, o che non l’hanno nemmeno presa in considerazione. Questo laboratorio ci ha fatto pensare a quanto, spesso, conosciamo poco le persone che ci stanno accanto tutti i giorni e ci ha stimolati ad approfondire le nostre relazioni, scoprendo l’altro attraverso l’ascolto. Dopo una breve pausa, abbiamo iniziato il secondo laboratorio della giornata “Dal buio alla luce” che mi è parso più profondo rispetto a quello precedente. Siamo stati bendati e ci è stato letto il passo biblico in cui Giuseppe veniva prima rinchiuso nella cisterna, stando al buio, e poi veniva venduto agli Egiziani, vedendo cosi la luce; dopo ciò, attraverso una griglia, abbiamo prima immaginato le sensazioni di Giuseppe, per poi descrivere le emozioni che abbiamo provato quando noi stessi siamo stati al buio. Facendo ciò abbiamo scoperto le emozioni che ci legavano a Giuseppe, abbiamo proseguito con la costruzione della cisterna, nella quale abbiamo trovato un foglietto con scritto “Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai” (Isaia 49,15), questo perché sulla cisterna abbiamo scritto i nostri “momenti di buio” e le persone che ci sono d’aiuto. Con questo laboratorio abbiamo ricordato a noi stessi che Dio non ci abbandona mai, che la Sua costante presenza è d’aiuto per vedere uno spiraglio di luce anche quando siamo al buio pesto.
Dopo queste intense attività, abbiamo pranzato.
Nel pomeriggio ci siamo messi in ascolto della Parola di Dio attraverso il deserto. Nel deserto abbiamo riflettuto su come compiamo le nostre scelte. Stimolo della nostra meditazione, è stata la scelta di Giuseppe di non tradire la fiducia del suo padrone Potifar, poiché egli riceveva le numerose richieste dalla moglie del padrone, nonostante ciò, attraverso un inganno, Giuseppe viene accusato e ingiustamente creduto un traditore. Attraverso la meditazione, abbiamo ripercorso i passaggi nodali che compiamo quando scegliamo, analizzando le tentazioni a cui dobbiamo andare incontro, quali sono i valori che ci portano a scegliere e quanto consideriamo e ci facciamo influenzare dagli altri nelle nostre decisioni. Il pomeriggio del secondo giorno è stato molto impegnativo, sia dal punto di vista delle attività, sia perché ci ha messi in discussione come uomini e donne di fede. Con il deserto si sperimentano ogni volta emozioni forti, e credo che sia proprio questo momento ad essere il punto centrale di tutto il campo, perché è con il deserto che rinasciamo a vita a nuova e ci formiamo. Alla luce di queste riflessioni, abbiamo rinnovato le promesse battesimali, e subito dopo abbiamo riempito il nostro tempo libero preparandoci alla corrida. Dopo la cena, abbiamo concluso la giornata con la preghiera.
Alla luce del terzo giorno, ci siamo svegliati e abbiamo appreso con tanta meraviglia quanto il tempo fosse volato!
Dopo l’abituale preghiera e la colazione, abbiamo ricevuto la testimonianza di Marianna Milano che ci ha parlato della ONLUS “Trame Africane” e abbiamo appreso la realtà in cui vivono i nostri fratelli lontani e meno fortunati. Abbiamo riflettuto sui nostri fratelli e su cosa ognuno di noi dona all’altro, abbiamo anche riflettuto sull’importanza del perdono e su quanto riusciamo a perdonare i nostri fratelli. Dopo questa attività abbiamo pranzato e nel pomeriggio abbiamo affrontato un nuovo laboratorio. Il laboratorio pomeridiano, “fratelli ritrovati”, richiedeva di dividerci in sottogruppi; ad ogni sottogruppo è stata assegnata una storia incompiuta e il nostro compito è stato inscenare sia il finale positivo, sia quello negativo. Al termine dell’attività ognuno di noi ha condiviso con il gruppo le esperienze affini ad una delle tre storie in cui si era trovato in una situazione di conflitto. La sera, dopo la cena, ci siamo scatenati con la corrida che è sempre un bel momento conviviale, attraverso il quale instauriamo nuovi legami e ci mettiamo in gioco.
La terza giornata si è conclusa con la veglia sotto le stelle.
Il quarto e ultimo giorno di campo abbiamo visto finalmente per intero il film della vita di Giuseppe! In seguito alla visione del film, ci è stata consegnata una piantina con i semi da piantare, questo a simboleggiare l’impegno che ci siamo ripromessi di portare a termine. Dopo esserci divisi in gruppi, abbiamo fatto il resoconto dell’intero campo, e attraverso una mappa abbiamo condiviso i luoghi in cui ci siamo soffermati di più e quelli che invece ci hanno entusiasmato di meno. A seguire, abbiamo celebrato la messa, al termine della quale io e i miei compagni 12-14 abbiamo compiuto il passaggio da ACR ad AC. Questo è stato un momento importante in cui abbiamo capito che il viaggio verso Dio non si ferma, ma è in continua salita! Dopo il pranzo, siamo partiti ognuno verso il proprio paese.
Di questo campo, che è anche l’ultimo in ACR, mi resta la spensieratezza, le amicizie che abbiamo instaurato formando davvero un’unica grande famiglia, ma anche la consapevolezza che negli anni a seguire mi aspetta un cammino che sarà più intenso, che sicuramente saprò affrontare, ricordandomi che Dio è accanto a me e che mettendomi al servizio degli altri potrò assaporare la gioia del donare!
Margherita Sepe