A proposito delle occupazioni nelle nostre scuole… un pensiero del Msac diocesano

E’ ormai una consuetudine assistere nelle nostre scuole, di questi tempi, a scioperi ed occupazioni. Quest’anno si sciopera contro la “ Buona Scuola”, gli anni scorsi contro quella “cattiva”. Si è avuta notizia di diverse scuole occupate anche nel nostro territorio, tra cui il liceo Colombo di Marigliano, dove proprio oggi sono intervenute le forze dell’ordine. Ma cosa significa realmente occupare? Il Msac ha una posizione chiara: significa negare a noi stessi il principale diritto di ogni studente, quello allo studio; significa violare i principi di legalità e partecipazione (attiva e propedeutica); significa optare per una forma di protesta rumorosa, che però riserva ben poco di utile per noi studenti, se non procurarci qualche giorno ulteriore di vacanza prima del riposo natalizio. E’ inverosimile infatti promuovere e praticare quella che è di fatto un’interruzione di un pubblico ufficio. Ed è quasi altrettanto inverosimile, sconcertante, sentire il sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, pronunciarsi invece a favore delle occupazioni, come forma di lotta all’apatia studentesca. Occupando, si danneggia la memoria di quei giovani che per lungo tempo hanno occupato, affinché noi oggi non occupassimo, ma ci avvalessimo di altre forme di dissenso e di partecipazione studentesca. È paradossale, dunque, che la stessa “passione” che si investe per occupare non la si metta poi nei consigli di classe e di istituto, nei comitati e nelle consulte studentesche. E’ questa forse la miglior forma di occupazione: vivere a pieno e aver cura ogni giorno di quel bene supremo chiamato scuola. D’altronde, non siamo semplici studenti, siamo studenti di Ac e proprio la nostra associazione ci invita a riservare un’attenzione particolare al bene comune, che include evidentemente anche la scuola. Per avere qualche spunto di riflessione in più, consultare il blog “ Io Partecipo” e iniziamo a promuovere la partecipazione attiva e positiva.

Giuseppe, Nunzia e gli amici dell’équipe diocesana Msac

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