“Il seminatore uscì a seminare” – Ecco gli orientamenti triennali 2014/2017

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La Presidenza nazionale ha diffuso gli Orientamenti triennali 2014/2017, l’importante documento che indica gli obiettivi dei prossimi anni e su cui si fonda la programmazione delle associazioni diocesane. Invitiamo soci e responsabili alla lettura.

Ma cosa sono e a cosa servono gli Orientamenti? Si tratta di un documento in cui viene steso – con ampi margini di flessibilità – il programma di fondo dei prossimi tre anni, in cui vengono poi snocciolati gli obiettivi dei singoli anni. Attraverso questo testo, ad esempio, prendiamo coscienza del fatto che l’intero triennio avrà una forte impronta missionaria e sarà ispirato dalla parola del “seminatore” che “uscì a seminare”.
Allo stesso tempo, gli Orientamenti ci anticipano il tema e il passo biblico del 2014/2015. Sarà “Coraggio, sono io”, l’esortazione che troviamo nel vangelo di Marco (il vangelo del prossimo anno liturgico) e che ci invita a trovare nella relazione con il Signore la forza di “uscire” e testimoniare.
Leggere e far circolare queste cose tra i responsabili ci aiuterà ad arrivare più preparati al Convegno diocesano dei responsabili e degli educatori del 14 settembre (Nola, Seminario), con cui apriremo il prossimo anno associativo. In quella circostanza, insieme ai laboratori per educatori differenziati in base all’esperienza, e insieme ai gruppi di studio per affrontare alcuni aspetti della proposta formativa (giovani, adulti-famiglie, formazione educatori), presenteremo anche la programmazione diocesana, che è nei fatti una mediazione degli Orientamenti nazionali adattati al nostro contesto ecclesiale.
La lettura di questo documento della Presidenza è davvero utile, sia per i contenuti sia per il metodo profondamente “ecclesiale” con cui viene redatto.
Non si tratta infatti di un testo “autoreferenziale”, in cui l’Ac parla solo di se stessa. Gli Orientamenti infatti nascono:
– dalle indicazioni che provengono dal Vangelo dell’anno liturgico (l’anno prossimo sarà Marco);
– dal magistero di Francesco (Rimanere, Andare, Gioire);
– dagli scenari che si aprono nella Chiesa italiana (nel 2015 a Firenza ci sarà il Convegno ecclesiale, tappa che cade a metà del decennio dedicato all’educazione);
– dal cammino assembleare concluso a maggio scorso;
– dai pilastri del progetto formativo di Ac (le quattro dimensioni: interiorità, fraternità, responsabilità, ecclesialità);
– dalla testimonianza dei santi e beati laici.
Questi stessi contenuti, e questo stesso metodo, dovremo declinarlo come associazione diocesana e come associazioni parrocchiali. Come? Iniziando a lavorare a programmazioni che mettono insieme le indicazioni nazionali con:
– le indicazioni pastorali del Vescovo e della Chiesa di Nola;
– l’impronta del Sinodo;
– le esigenze particolari e le priorità delle nostre parrocchie;
le necessità, i talenti e i sogni delle nostre associazioni.
Quando lavora ordinariamente con questo stile e queste attenzioni, davvero l’Ac diventa “palestra di ecclesialità”, luogo in cui si impara ad amare la Chiesa, a vivere e pensare portando la Chiesa nel cuore.
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