Il convegno diocesano iniziale di quest’anno, svoltosi il 7 ottobre a Visciano,è stato incentrato sull’importanza del cammino assembleare, dato il rinnovo delle cariche che ci sarà a breve, tramite le elezioni.
La giornata è iniziata con una relazione di Giovanna Accomando, delegata regionale AC, che ci ha detto la sua sui due temi che ci accompagneranno lungo questo lungo, magnifico e (speriamo) proficuo anno associativo.
I punti su cui si è incentrata la sua relazione sono stati:
I 140 anni di A.C., e a proposito di questo il nostro presidente diocesano, Giovanni Albarano, ha aperto l’intero convegno con la lettura del “Manifesto al Paese”, in cui viene ribadito il ruolo del socio di A.C. e gli ideali che sono alla base della nostra Associazione (invito a tal proposito a firmare il Manifesto per chi ancora non l’abbia fatto http://www.azionecattolica.it/net/notizie/i-cattolici-italiani-tra-piazze-e-campanili);
Il cammino assembleare: in riguardo a ciò Giovanna ha espresso in maniera chiara l’importanza delle assemblee in prospettiva delle elezioni per le nuove cariche parrocchiali, diocesane e nazionali.
Tanti sono stati gli spunti di riflessione che ci hanno aiutato a comprendere quanto siano importanti le assemblee elettive affinché le elezioni siano un’ espressione essenzialmente democratica,frutto di una scelta consapevole e responsabile da parte di ogni socio.
Alcune parole-chiave hanno caratterizzato il discorso di Giovanna:
- Testimonianza: chi è il testimone di Cristo? È colui che, fatta esperienza del Vangelo e avente il cuore colmo di Cristo, non può fare a meno di testimoniare con la propria vita ciò che ha appreso dall’incontro con il Signore. Dunque il testimone è anche missionario, nel senso che è capace di accogliere chi si mette in cammino.
- Comunione: già, perché l’ AC è chiamata a testimoniare “insieme”, in forma comunitaria, ed è chiamata soprattutto a tessere strade per il bene comune.
- Assemblee elettive: di cui è stato già parlato precedentemente ma è meglio precisare la loro significatività per l’Associazione tutta, nessuno escluso.
- Anzitutto esse richiedono discernimento e preghiera, in quanto è questa la via privilegiata per poter votare con responsabilità: solo lasciandoci guidare dallo Spirito Santo siamo in grado di fare una scelta corretta e consapevole. Inoltre, fare assemblea vuol dire riflettere sul cammino percorso e progettare il futuro, intorno al quale disegnare nuove prospettive.
- Voto: questo è il segno tangibile che l’ AC è un’ associazione democratica, caratterizzata dalla corresponsabilità dei suoi membri dove concordia e unità diventano le condizioni imprescindibili per lo sviluppo della missione. Il voto deve essere basato sulla trasparenza e tramite esso vengono scelte le persone capaci di promuovere nel modo migliore la loro testimonianza, ma soprattutto le persone che partecipano più attivamente alla vita della comunità parrocchiale e diocesana. Persone che siano “dentro” la parrocchia e l’Associazione, che ne conoscano pregi e difetti, che si dimostrino orientate al bene comune e che sanno essere cuore e mani di Cristo.
Alla relazione è seguito un dibattito vivace, caratterizzato da una domanda fondamentale: quali sono le caratteristiche che possiede,o dovrebbe,il consigliere parrocchiale?
- innanzitutto vive una bella e vera esperienza associativa
- vive bene con gli altri
- è uno che insieme agli altri valuta, propone, progetta ciò che è bello, buono per l’AC tutta
- è uno che ha la mentalità unitaria,che pensa alle priorità, alle esigenze da attuare senza rimanere strettamente legato al suo settore di appartenenza, che ha un rapporto con il consiglio parrocchiale e l’Associazione in genere.
Il pomeriggio è stato, invece, all’insegna della spiritualità.
Non mi resta che darvi un in bocca al lupo per le elezioni e un augurio anticipato ai nuovi responsabili, oltre che un ringraziamento a tutti coloro che quest’anno terminano il loro mandato.
Mena Beneduce