Intervista a Giovanni Albarano

Durante l’incontro unitario di inizio anno associativo, tenutosi a Visciano  il 7 ottobre scorso, abbiamo rivolto qualche domanda al nostro Presidente diocesano , Giovanni Albarano.

Dal 28 al 30 settembre scorsi si è tenuto un Convegno a Castel San Pietro, al quale lei ha partecipato, che ha ufficialmente aperto i festeggiamenti per i 140 anni di vita dell’Azione Cattolica. Quali sono state le sue impressioni su questa esperienza?

G: Credo che questa esperienza sia stata una cosa utile, è stato utile non solo vedere fisicamente i luoghi, la casa di Giovanni Acquaderni, ma anche il sentire  quel clima di condivisione e di rispetto nei confronti di quelle persone che hanno avuto la straordinaria intuizione di fondare un’associazione che ancora oggi rende un servizio particolare alla Chiesa…Inoltre scoprire che l’associazione ha creato tanti santi, più o meno noti, tanti beati che in maniera semplice hanno condiviso nel quotidiano l’esperienza del Vangelo è per me la dimostrazione straordinaria di come è possibile vivere questa esperienza così ricca.

Come è stato accolto il Manifesto dell’Azione Cattolica al Paese presentato durante il Convegno ?

G: Il Manifesto è stato accolto unanimemente in modo positivo. È sempre stato presente in Azione Cattolica uno stile  incentrato sull’apertura verso gli altri e il Manifesto sottolinea chiaramente  questo invito ad andare verso gli altri, questo incontrare gli altri. E’ esplicito il collegamento tra Chiesa e città, tra il campanile e la piazza. Al giorno d’ oggi  c’è nella nostra società molta tensione, soprattutto a livello di rapporti umani, e credo che l’Azione Cattolica, se riscopre la spiritualità della propria vita, della propria scelta religiosa, possa essere il luogo adatto di comunione, dove tutte le persone, anche con punti di vista molto differenti, possono confrontarsi, ed  essere portatori della  visione diversa che hanno della vita. Quindi in questo senso credo che l’AC sia anche un grande  esercizio ad uno stile di vivere nella città. Un altro  punto importante sottolineato nel Manifesto è quello della diocesanità, che è stato messo in evidenza già nelle ultime assemblee dell’Associazione, in quanto la nostra testimonianza avviene in una Chiesa concreta, reale, rappresentata appunto dalla nostra diocesi.  Altro punto particolare è la parrocchia, che è ancor più luogo concreto, dell’ordinarietà della vita, che è quella che noi desideriamo portare avanti, facendo ogni giorno il nostro dovere.

Siamo alla fine del suo secondo mandato di presidenza. Che cosa si porta, a livello personale , di questi sei anni?

G: A livello personale c’è stata mille volte la tentazione di abbandonare tutto, ma poi, ogni qualvolta avviene l’incontro con le persone, si riceve solo una grande ricarica.  Quindi alla fine sono io che devo ringraziare gli altri per questa ricchezza di esperienze e di testimonianze che mi lasciano.

In conclusione: un augurio al nuovo presidente e all’AC.

G: Al nuovo presidente l’augurio è quello di continuare  e di guidare in modo sempre più proficuo quella cosa straordinaria che è il laicato organizzato della nostra Diocesi, che poi in larga parte è tutto rappresentato nell’Azione Cattolica, nel senso che è una forza veramente grande, che può realizzare grandi progetti, che può vivere nella vita di tutti i giorni la Storia.

Grazie mille!

Anna Giamundo