Un'attesa purificata e purificante

I desideri del cuore vanno purificati. Ciascuno di noi, infatti, fa esperienza della confusione che alberga dentro di sé. Il cuore è creduto ingenuamente sede di una trasparenza della conoscenza che in verità ci sfugge. Sì, ogni uomo fa questa esperienza: nel suo cuore regna il caos, la confusione, la guerra delle onde. I desideri si mischiano ai bisogni, alle ferite, agli affanni, alle incertezze fino al punto in cui, come dice la Scrittura, neanche noi sappiamo cosa è bene domandare nella preghiera a Dio. Allora l’occhio interiore va allenato, per questo per i cristiani l’Avvento è tempo di purificazione, pulizia.
Ma, a differenza della Quaresima, la pulizia richiesta assume una tonalità leggermente diversa: se prima di Pasqua siamo chiamati a prender coscienza del nostro peccato per rendere efficace in noi l’azione liberante della morte e resurrezione del Cristo, prima del Natale del Signore siamo chiamati a mettere ordine, sfoltire, sfrondare, togliere, andare all’essenziale, per riconoscere Colui che viene. L’Avvento è una sottrazione. Purificando i desideri, vagliandone uno ad uno l’effettivo valore, scopriremo ciò che davvero conta, ciò che davvero costituisce il centro della nostra vita, affineremo gli occhi, inizieremo a tendere-a ciò-che è importante.
Gli antichi cristiani parlavano dell’occhio del felino: il cristiano ha un occhio capace di tagliare il buio, di veder chiaro nell’oscurità, di riconoscere ciò che essenziale. A riconoscere il Mistero si impara: è una ginnastica, uno sforzo, un training: si toglie tutto il resto per guardare l’origine e il sostegno dei nostri giorni. In Avvento si impara a stare in tensione, ad essere tesi come l’arco è teso prima del tiro. Senza questo presupposto, il Signore può venire e bussare ma rischia di non trovare ospitalità.
Il Natale allora può essere celebrato a Betlemme accanto ai pastori che riconoscono in Gesù il Salvatore, oppure sulla via per Emmaus, in cui Gesù si fa vicino ma i nostri occhi stanchi, affaticati e appesantiti da mille ricerche inutili non lo riconoscono. La seconda opzione è un tragico rischio, la prima una meravigliosa possibilità.
Il Settore Giovani dell’Azione Cattolica diocesana, per promuovere e rendere reale ed efficace l’attesa vigile della venuta del Signore, come di consueto, propone ai giovani un momento specifico di preghiera per ricapitolare i contenuti sopra espressi e renderli carne della vita di ciascuno. Nella Parrocchia del SS. Rosario e Corpo di Cristo di Palma Campania, venerdì 3 dicembre, alle ore 19 si terrà la Veglia Penitenziale, in cui i giovani avranno l’occasione di stare col Signore prima nella preghiera e poi, grazie alla disponibilità di tanti giovani preti che verranno da molte parti della diocesi per aiutarci, con la celebrazione del sacramento della riconciliazione, strumento di perdono divino e purificazione, grande mezzo per mettere ordine dentro di sé e costruire la giusta tensione interiore per riconoscere l’avvento del Signore.
I desideri del cuore vanno purificati. Ciascuno di noi, infatti, fa esperienza della confusione che alberga dentro di sé. Il cuore è creduto ingenuamente sede di una trasparenza della conoscenza che in verità ci sfugge. Sì, ogni uomo fa questa esperienza: nel suo cuore regna il caos, la confusione, la guerra delle onde. I desideri si mischiano ai bisogni, alle ferite, agli affanni, alle incertezze fino al punto in cui, come dice la Scrittura, neanche noi sappiamo cosa è bene domandare nella preghiera a Dio. Allora l’occhio interiore va allenato, per questo per i cristiani l’Avvento è tempo di purificazione, pulizia.
Ma, a differenza della Quaresima, la pulizia richiesta assume una tonalità leggermente diversa: se prima di Pasqua siamo chiamati a prender coscienza del nostro peccato per rendere efficace in noi l’azione liberante della morte e resurrezione del Cristo, prima del Natale del Signore siamo chiamati a mettere ordine, sfoltire, sfrondare, togliere, andare all’essenziale, per riconoscere Colui che viene. L’Avvento è una sottrazione. Purificando i desideri, vagliandone uno ad uno l’effettivo valore, scopriremo ciò che davvero conta, ciò che davvero costituisce il centro della nostra vita, affineremo gli occhi, inizieremo a tendere-a ciò-che è importante.
Gli antichi cristiani parlavano dell’occhio del felino: il cristiano ha un occhio capace di tagliare il buio, di veder chiaro nell’oscurità, di riconoscere ciò che essenziale. A riconoscere il Mistero si impara: è una ginnastica, uno sforzo, un training: si toglie tutto il resto per guardare l’origine e il sostegno dei nostri giorni. In Avvento si impara a stare in tensione, ad essere tesi come l’arco è teso prima del tiro. Senza questo presupposto, il Signore può venire e bussare ma rischia di non trovare ospitalità.
Il Natale allora può essere celebrato a Betlemme accanto ai pastori che riconoscono in Gesù il Salvatore, oppure sulla via per Emmaus, in cui Gesù si fa vicino ma i nostri occhi stanchi, affaticati e appesantiti da mille ricerche inutili non lo riconoscono. La seconda opzione è un tragico rischio, la prima una meravigliosa possibilità.
Il Settore Giovani dell’Azione Cattolica diocesana, per promuovere e rendere reale ed efficace l’attesa vigile della venuta del Signore, come di consueto, propone ai giovani un momento specifico di preghiera per ricapitolare i contenuti sopra espressi e renderli carne della vita di ciascuno. Nella Parrocchia del SS. Rosario e Corpo di Cristo di Palma Campania, venerdì 3 dicembre, alle ore 19 si terrà la Veglia Penitenziale, in cui i giovani avranno l’occasione di stare col Signore prima nella preghiera e poi, grazie alla disponibilità di tanti giovani preti che verranno da molte parti della diocesi per aiutarci, con la celebrazione del sacramento della riconciliazione, strumento di perdono divino e purificazione, grande mezzo per mettere ordine dentro di sé e costruire la giusta tensione interiore per riconoscere l’avvento del Signore.

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