Associazione, Laicità, Formazione, Dedizione, Corresponsabilità, Ecclesialità. Sei parole per raccontarsi l’Azione Cattolica, sei parole per raccontare quello che l’Azione Cattolica è chiamata ad essere. Raccontare e non spiegare, perché le sei parole elencate non compongono una formula matematica ma riassumono il senso di una storia di 140 anni comprensibile oggi solo attraverso l’esperienza del suo presente, solo attraverso l’ascolto e il confronto con il suo presente. Quel presente che, il 7-8 novembre, per la nostra diocesi, si è incontrato a Visciano per il primo week-end di formazione dell’anno, iniziando un percorso dedicato alla riscoperta dell’identità e del legame associativo.
Le sei parole elencate hanno costituito la base per affrontare il tema di questa prima tappa: Essere Ac.
Cosa abbiamo riscoperto? Abbiamo riscoperto che Associazione vuol dire appartenenza, vivere insieme, sostenersi reciprocamente, accogliere, vuol dire cioè vivere con gli altri condividendo se stessi, rischiando se stessi. Vivere l’associazione vuol dire allargare la propria famiglia, imparando ad amare le diverse età che possono comporla e a curarle perché in esse consiste il patrimonio vero dell’associazione. Un patrimonio fatto di persone, persone normali che si incontrano e si impegnano per vivere in profondità la relazione con Dio.
Ecco la Laicità, uomini e donne chiamati ad essere santi, a fare di Dio il centro della propria vita, seguendo le orme di Cristo, aderendo al Vangelo in ogni luogo del quale sono chiamati a far emergere la bellezza, nonostante gli ostacoli. La presenza dei laici in Cristo diviene possibilità di realizzazione di giustizia e pace, diviene possibilità di affermazione della dignità della persona: i laici portano la Chiesa nel mondo ma soprattutto portano il mondo nella Chiesa.
Per questo è fondamentale che il laico impari a porsi delle domande, e a porle alla gerarchia, per questo in Azione Cattolica si compie Formazione. In gruppo ma anche personalmente, il laico è chiamato ad interrogarsi per andare avanti nel cammino di santità, per imparare ad essere libero, e ad aderire in libertà.
E la propria libertà la si impara a gestire solo nel confronto con gli altri, perché si cresce solo confrontandosi e guardando qualcuno. Ma il cammino non è semplice, per questo l’Azione Cattolica è anche passione o meglio e Dedizione perché cos’altro comporta l’aderire a Cristo se non mettere in gioco la propria libertà?
C’è molto dunque da rischiare, per questo non si può essere soli, per questo in Azione Cattolica si vive la dimensione della Corresponsabilità: non ci possono essere capi, leader, non ci possono essere primi, tutti sono chiamati a fare la propria parte per il bene comune, e questo nonostante le diversità.
La diversità infatti viene accolta come ricchezza, come strumento per testimoniare Cristo come tesoro per la Chiesa, come segno di Ecclesialità.
Mariangela Parisi
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