Generalmente una festa è il momento finale di un lungo percorso, più o meno faticoso, alquanto esaltante e talvolta difficile. Può trovarsi in coda ad un anno scolastico, un anno lavorativo, un anno della nostra vita o a un progetto o a momenti particolarmente rilevanti dell’esistenza. Ma la festa è anche l’occasione in cui si rivive un evento importante che sta dietro di noi ma che continua ad avere significato per l’oggi. Ricordare, portare al cuore cioè, per rituffarsi nella quotidianità con slancio rinnovato.
La festa dei giovani e giovanissimi del 2 giugno a Scafati (San Pietro) ha raccolto tutti questi elementi: è venuta alla fine di un lungo percorso, l’anno associativo, faticoso, intenso, ricco d’esperienze, momenti di stanca ed entusiasmi; anno in cui abbiamo tutti potuto scrivere il racconto di mesi di vita col Signore nella nostra Azione Cattolica. Racconto sempre uguale e sempre nuovo come l’AC. Sempre la stessa, e proprio perché tale, sempre capace di fare spazio, anno dopo anno, a nuovi ragazzi, nuove domande, nuove sfide, nuove questioni.
Già, le questioni. Di cosa si è parlato il 2 giugno? Il titolo della festa era ‘Sulla tua P@rola getterò le reti’ (allusione alle reti internet). Al centro del dibattito dunque, i nuovi mezzi di comunicazione. Come influenzano i nostri rapporti? Sono davvero una risorsa indispensabile? Come usarli? Con quali criteri? Dopo il momento di preghiera e la riflessione del nostro Vescovo, la proiezione di un video ci ha introdotti nell’argomento, discusso poi col primo ospite del pomeriggio, Pino Ciociola, giornalista de L’Avvenire, il quale da “addetto ai lavori” ha saputo svelarci i possibili trucchi e inganni della comunicazione cartacea e televisiva, i suoi ingranaggi, ma anche i modi e le vie per l’uso giusto dei media e l’ottica che dovrebbe sempre muovere gli operatori del campo: il servizio. Dal suo intervento usciamo consapevoli, se ce ne fosse stato ancor bisogno, dell’enorme potere dell’informazione e dello spirito critico col quale va approcciata.
Con grande onore abbiamo accolto poi l’assistente nazionale del settore giovani Don Giorgio Bezze. Gli odierni mezzi di comunicazione tra i giovani, msn…internet…sms, ha precisato Don Giorgio, sono utili senz’altro per migliorare la velocità, la comodità e la puntualità delle nostre comunicazioni, tuttavia su questi non può basarsi il tessuto relazionale delle nostre vite: colui che parla o comunica entra nella comunicazione, fa parte di essa, non può essere sostituito da un monitor…comunicazione vera non è riempire gli spazi dei nostri noiosi pomeriggi ma fare spazio all’altro. Comunicare è “essere assieme”, “com-patire” faccia a faccia, fianco a fianco, sfregando la nostra pelle contro la pelle dell’altro.
E’ stata la prima festa giovani e giovanissimi del nostro nuovo presidente diocesano Giuseppina De Simone. Come sempre ha mostrato la sua vicinanza a noi tutti, e il suo apprezzamento per l’entusiasmo riscontrato nei partecipanti. E accanto a lei, altra novità che ci rende tutti orgogliosi, Franco Miano, il nostro Franco Miano, neo presidente nazionale. Nel suo intervento il senso della sua persona e del servizio che ha svolto e svolgerà per la Chiesa italiana: “il mio incarico non ha nulla di diverso dagli incarichi diocesani o parrocchiali che quotidianamente voi tutti ricoprite”.
Ad allietare e condire il tutto tanto ritmo (e anche blues) con i bravissimi e pieni di vis scenica Black Margot, con danze, schiocchi di dita e piante dei piedi battuti sul pavimento per tenere il ritmo!
La festa: momento per andare indietro e ri-guardare il senso di un’appartenenza e di un percorso che non devono essere mai scontati: il nostro essere di AC dunque, festeggiato, riveduto e anche, perché no, corretto, per scrivere di più e meglio la nostra vita nella Chiesa e nel mondo.
Alfonso Lanzieri