“Casa dell’uomo. Casa di Dio”
Tutti gli incontri avvengono in una casa, la casa è la dimora della persona. Se riusciamo a farci entrare Gesù Cristo riusciremo anche a vivere meglio le nostre relazioni.
Si sono conclusi così gli Esercizi spirituali per adulti in preparazione all’Avvento, che si sono svolti dal 15 al 17 Novembre al Seminario Vescovile di Nola, guidati dall’assistente Don Aniello Verdicchio.
È proprio la casa l’immagine che ci ha accompagnati in questi giorni di silenzio, non sempre riuscito, che ci ha visti meditare su tre episodi del Vangelo: la chiamata dei primi discepoli, l’incontro di Gesù con Marta e Maria e la conversione di Zaccheo. Tre incontri che avvengono in una casa.
Abbiamo iniziato gli Esercizi cercando di conoscere meglio quella che, molti di noi, considerano una seconda casa: la Chiesa. Tutti lasciamo la nostra casa per entrare in un’altra casa per essere una sola famiglia. Dai gradini al portone di ingresso, dall’acquasantiera ai colore dei paramenti, dal silenzio alla processione di ingresso del sacerdote a inizio messa, tutto racconta di come ognuno sente il bisogno di elevarsi, di avvicinarsi a Dio, sentirsi accolto da Lui, fare memoria del suo grande amore e raccontare a tutti come ci ha cambiato la vita.
Guidati dai primi discepoli, ci siamo chiesti quando, nella nostra vita, abbiamo avuto l’incontro con il Signore. Don Aniello ci ha invitati, a partire dalla prima Comunione, a fare memoria di tutte quelle volte che abbiamo realmente sperimentato la Sua presenza, perché l’incontro con Lui ha un tempo e uno spazio ben preciso (“il giorno dopo…”; “…erano le quattro del pomeriggio”). Ci siamo, poi, soffermati sui sette verbi presenti nel racconto: ci indicano che questo incontro non può tenerci fermi, ma ci mette in ricerca, ci spinge a fare domande (dove abiti?), a riconoscere la novità e a cambiare la nostra vita.
Con Marta e Maria abbiamo riflettuto sul tema dell’accoglienza e dell’amicizia. La casa delle sorelle è, per Gesù, la casa dell’amicizia; stare con loro ci mostra il Suo bisogno di stare in compagnia dell’uomo. Ci siamo chiesti se siamo capaci di accogliere le persone e il Signore nella nostra vita, se sentiamo il bisogno di stare con Lui, dimenticandoci di ciò che ci agita.
E, infine, l’incontro con Zaccheo ci mostra un Dio che si ricorda, che non si dimentica dell’uomo, anche quando non lo sentiamo presente; un Dio che ci invita a “scendere dal sicomoro”, a scardinare tutte certezze, perché oggi, ora, vuole fermarsi a casa nostra. Tutto questo rappresenta, per Zaccheo, la promessa della salvezza e, per noi tutti, la certezza che l’incontro con il Signore può solo portare a qualcosa di buono.
Ad aiutarci nella riflessione, anche tre storie che ci hanno fatto capire come curare il nostro rapporto con il Signore ci porta a vivere meglio anche le nostre relazioni.
Questi Esercizi spirituali sono stati la mia prima esperienza da “adulto di AC”. Non nascondo la preoccupazione e la paura del pre-partenza. Il silenzio, che ci mette in contatto con noi stessi, a volte, fa paura, perché ci permette di scavare in profondità e non sempre siamo disposti a farci i conti. Ho potuto sperimentare che in quel silenzio il Signore si è fatto incontrare, ha desiderato stare con me. Torno con la certezza che nell’abbraccio e nella cura delle persone incontrare, nella grande famiglia di AC, posso sempre sentirmi a casa.
Francesco Cimitile (comunità interparrocchiale di Brusciano)