Con questo interrogativo il presidente Matteo Truffelli ha dato il via al convegno delle presidenze diocesane tenutosi dal 3 al 5 maggio a Chianciano terme.
Il tema del convegno era ‘’Un popolo per tutti’’ ripreso dallo scorso convegno, dando però una centralità diversa al ‘riscoprirsi fratelli nella città’.
Sono stati tre giorni che hanno scosso i nostri animi e cancellato l’idea che una vera ed autentica AC è quella che si svolge unicamente all’ interno delle parrocchie o nelle diocesi. Bisogna iniziare a pensare ad una AC come ‘tessuto vivo’, trama pensata da Dio per camminare nel mondo, radicata nelle terre che abita e trovando in queste il campo per evangelizzare. Lo stesso titolo dato al convegno, un popolo per tutti, ci rende responsabili dei nostri luoghi, delle nostre relazioni e del servizio educativo che svolgiamo, come sottolineava Truffelli, la nostra vera missione apostolica è applicare il Vangelo alla vita concreta, altrimenti essa non sarebbe completa.
Molti sono stati i confronti che hanno caratterizzato questi tre giorni. Il sabato, dopo la celebrazione presieduta da mons. Stefano Manetti, vescovo di Montepulciano- Pienza- Chiusi, sono iniziati i lavori con mons. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, e Claudia Fiaschi, portavoce del forum del Terzo settore e vicepresidente di Conf cooperative. Entrambi hanno sottolineato l’importanza della comunità, mons. Zuppi ha sottolineato l’importanza della missionarietà della Chiesa, che non deve esser vista come un ‘super potere’, ma come la capacità di mettersi in cammino utilizzando una ‘bussola’ che ha fissa la sua ‘Stella’ e non un navigatore che ha già il percorso in anticipo. Mettersi in cammino con una bussola, essere una ‘ Chiesa in uscita’, come sottolineava mons. Zuppi, è accettare il rischio della difficoltà senza però mai perdere di vista la ‘Stella’, salvare la Chiesa dalle mura di cinta che spesso si creano come argini di sicurezza. Bisogna creare una comunità, come ha sostenuto Claudia Fiaschi, che sia il luogo in cui ognuno trova la propria capacità di contribuire allo sviluppo e dove le differenze non siano più disuguaglianze. Occorre riprendere una comunità adulta che accompagni noi giovani verso il futuro, adulti che non siano presi dallo sgomento e dalla preoccupazione del futuro perché, come ha più volte ribadito Claudia Fiaschi, sognare che il domani sia migliore è il motore del progresso sociale.
Nel pomeriggio ci sono stati, invece, tre mini convegni in cui sono stati affrontati quattro dei temi fondamentali per poter vivere in comunità: “costruttori di pace”, “tessere relazioni”, “solidali con tutti”, “fratelli dei poveri”.
Alla sera del sabato si è data molto importanza e centralità all’ Europa, in vista soprattutto delle prossime elezioni per il consiglio europeo. Attraverso l’esperienza dei ragazzi di ‘Europhonica’ si è sottolineato lo stare nel mondo dell’Ac e il sentirci parte integrante della vita del nostro mondo richiamando le parole del presidente Truffelli il quale sottolineava che l’ac è nel mondo, per il mondo.
Il convegno si è concluso con l’impegno di smettere di essere la ‘promessa mancata’, di non esser mai una ‘gabbia’, ma di condividere, di mischiarsi con la vita delle persone, di ricostruire i legami di pace spezzati, tradurre le difficoltà in slanci di vita per cambiare la realtà, con l’impegno, ancora, di essere trama di legami che rigenera, ricordandoci che: ‘’alla legge dell’amore non si può derogare’’.
Napolitano Marianna (consigliere diocesano Acr- parrocchia S. Maria del Carmine, Nola)