Mario per gli Adulti e Francesco per i giovani ci raccontano la loro esperienza agli Esercizi itineranti vissuti tra Viterbo e Roma dal 23 al 25 febbraio sulle orme dei Santi e Beati di Ac.
Descrivere i momenti vissuti è sempre un po’ difficile poiché le emozioni provate e vissute sulla propria pelle, spesso, con le parole non si riescono ad esternare. Farle comprendere non è facile ma ci proverò.
Io, che da “appena” 7 anni frequento l’Azione Cattolica a San Pietro di Scafati, insieme a mia moglie, avevo deciso di partecipare agli Esercizi spirituali itineranti con un po’ di paura. Anche se provengo da un lungo percorso di studio e azione nella parrocchia, non avevamo mai fatto un’esperienza del genere. Il pensiero di dover fare una cosa che non avevo mai fatto mi entusiasmava e mi tormentava. Mi sarebbe piaciuto? Avrei avuto una buona reazione? Sarei stato male? Invece, alla partenza da casa ero quasi convinto che comunque ce l’avrei fatta, così anche per mia moglie.
Arrivati a Viterbo, giornata fredda e piovosa, l’accoglienza da parte della presidente dell’ Ac diocesana Carla Lamanna è stata dolce e interessante per come aveva programmato la giornata. Ci ha fatto apprendere le realtà di S. Rosa di Viterbo e di Mario Fani insieme ad una lectio di don Fabrizio, assistente diocesano per il settore Giovani di Viterbo. Dopo questa esperienza, già positiva come inizio, siamo ripartiti alla volta di Frascati. Qui abbiamo vissuto due giorni di piena riflessione e pura contemplazione della Parola, con la straordinaria e calda voce di don Alessandro Valentino, il nostro assistente unitario che ha riscaldato i cuori e le menti di ogni partecipante.
Abbiamo gustato la bellezza della Parola, ci siamo detti ogni volta che era stato stupendo e profondamente bello, eravamo riusciti a immergerci nella meditazione del “Deserto”, lasciando fuori le abitudini quotidiane e il fare che spesso ci distraggono dalla preghiera. In questi tre giorni abbiamo vissuto momenti di vero rilassamento in contemplazione della Parola ricevuta.
Somiglianza; Servizio-Dono; Umiltà-Umanità; Preghiera-Discernimento; Missione; Sacrificio-dono di se stessi.
Queste sono le parole che mi porto da questi esercizi spirituali.
Somiglianza: tutti siamo nati per arrivare alla santità, ma è solo somigliando sempre di più a Gesù Cristo, a Dio, che la possiamo ottenere. Essere santi significa ordinare, consacrare tutta la nostra vita a Dio, nella fede e nell’amore; Dio al centro, il centro della nostra vita. Proprio come avevano fatto S. Rosa e Mario Fani.
Servizio-Dono: essere al servizio, donarsi all’altro senza pretendere nulla, solo così possiamo assaporare il vero amore e la vera somiglianza a Dio padre e camminare verso quella santità.
Umiltà-Umanità: l’essere umile, semplice, senza gonfiarsi per ciò che si è, per la carica che si ha o per lo studio che si è fatto (….non possiedo né oro né argento, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo ……[AT 3,6]). Essere sempre se stessi e mettere al primo posto Dio, cosa che delle volte o il più delle volte non facciamo.
Preghiera-Discernimento: la preghiera è importante, ma, pur se importante, si “disperde” se una volta interiorizzata non si passa all’azione. Non per un tornaconto personale ma solo per il bene altrui. Solo questo ci avvicina alla Santità e a Dio.
Missione-Sacrificio-Dono di se stessi: la missione della Chiesa, così come la nostra, è quella di promuovere l’umanità della persona, per fare ciò bisogna prima promuovere la propria. A volte è un sacrificio farlo, ma proprio questo sacrificio ci porta più vicini alla santità. Perché solo col sacrificio doniamo noi stessi, come Gesù Cristo ha donato la sua vita per noi sulla croce. Dio non ci dà qualcosa, ci dà se stesso; non ci chiede in sacrificio la vita, anzi ce la dà e il sacrificio vero lo ha fatto proprio Lui perdonandoci e salvandoci dai peccati, col sacrificio della vita di suo Figlio Gesù Cristo.
Questo evento ha ricaricato me e mia moglie, siamo rimasti contenti di aver partecipato. È stato bello stare in compagnia di amici fraterni che ci hanno accompagnato nel nostro cammino. Anche se siamo peccatori e alcuni si dimenticano della santità e hanno comportamenti di superiorità. Nell’incontro con Giovanni Bachelet, ci ha raccontato di suo padre Vittorio che raccomandava “….non ritenersi un granchè, umiltà e rispetto e riconoscimento degli altri e non per disprezzo della propria famiglia e/o della propria associazione, guardare al bene e al male, saper riconoscere negli altri quello che c’è di buono… vinci il male col bene”. Seminare un seme è facile, portarlo ad essere pianta non è da tutti perché tante volte non viene seminato il bene. Una nota e una lode ad Antonietta Meo, detta Nennolina, ammetto che non conoscevamo questa bimba che ci ha colpito nel profondo. Un grazie per questa esperienza va al nostro presidente parrocchiale Nicola Sergianni, alla nostra responsabile adulti Carmela Coppola che pur se insistenti nel dirci di venire a questi Esercizi spirituali itineranti, hanno usato quella maniera garbata che ci ha fatto dire si. Avevano ragione nel dire che sarebbe stata un’esperienza bellissima e che ci avrebbe arricchito. Un grazie alla presidenza diocesana per i bei posti messi in programma e per le persone che ci ha fatto incontrare, anche quelle di altre diocesi (Carla; don Fabrizio; suor Francesca; Bruno; Giovanni Bachelet, Teresa Borrelli e non ultimo chi ci ha accolto alla “Domus Marie”). L’AC è vera ed è una famiglia.
Mario (Parrocchia S. Pietro Apostolo, Scafati)
Quella di questo week end è stata per me la prima esperienza di Esercizi spirituali. Sono partito con molti dubbi pur consapevole che questa sarebbe stata un’opportunità di crescita personale e di fede.
Il titolo di questi esercizi era “Santi nella chiesa”, ispirati ai laici e santi che hanno lasciato il segno nel Paese, nella Chiesa e nella nostra associazione.
Siamo partiti da Nola e la prima tappa è stata Viterbo, patria di due personaggi molto importanti per la nostra Chiesa, Mario Fani e Santa Rosa. Il primo è stato uno dei fondatori e colonne portanti dell’ Ac, mentre la seconda è stata per noi un esempio di come la santità non sia una cosa per pochi ma per tutti.
“Bisogna agire”, è una delle frasi di Mario Fani che più mi ha colpito perché come ci ha ricordato Don Fabrizio, assistente giovani della diocesi di Viterbo, per arrivare alla santità non bisogna accontentarsi ma bisogna agire, amare e compiere il bene, dobbiamo avere il coraggio di essere un popolo missionario.
Altro passaggio fondamentale verso la santità è la verità, che come ci ha detto Don Alessandro nella sua fantastica lectio: “Dio ti chiede la verità prima della santità”, solo così possiamo essere dei testimoni autentici e credibili. Uno dei momenti più emozionanti è stata la visita al centro nazionale di AC, LA NOSTRA CASA, ci siamo resi conto di quanto lavoro e di quante persone ci siano dietro a tutto quello che facciamo, persone che cercano di rendere il nostro servizio all’AC molto più bello. Qui abbiamo incontrato Giovanni Bachelet, figlio di Vittorio, giurista, politico italiano e Presidente nazionale di AC dal 1964 al 1973 e ucciso dalle brigate rosse. Giovanni con parole semplici e commoventi ci ha parlato del padre e ci ha ricordato che con la bontà e la passione anche oggi si può fare del bene, in AC, nella comunità e nella società.
Per me questi sono stati giorni favorevoli, giorni di intensa preghiera e di grazia che mi hanno aiutato a raggiungere un’armonia interiore con Dio e con i fratelli che ha trovato il suo riflesso nelle relazioni umane costruite serene e costruttive .
Il mio impegno sarà quello di riuscire, a poco a poco, ad essere sempre più me stesso ogni giorno e di avvicinarmi sempre più alla santità con verità, missione e somiglianza a Dio. Concludo ringraziando di vero cuore il presidente, la presidenza e ogni socio che ha partecipato a questi esercizi, perché ognuno, nel suo piccolo, ha reso questa mia esperienza più forte e bella.
Francesco (San Francesco D’Assisi ai Romani, Sant’Anastasia)