“Non accontentatevi di vivacchiare, abbiate il coraggio di sognare. La vostra felicità non ha prezzo e non si commercia; non è una app che si scarica sul telefonino: nemmeno la versione più aggiornata potrà aiutarvi a diventare liberi e grandi nell’amore.”
Vorrei aprire questo articolo con le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante l’omelia del 24 Aprile in occasione del Giubileo dei ragazzi e delle ragazze; sono state queste, infatti, a colpirmi e a restarmi impresse nel cuore una volta tornata a casa. Mi è stata data la grande occasione da parte della mia parrocchia di appartenenza (Parrocchia Immacolata di Saviano) di poter partecipare al Giubileo dei ragazzi, insieme ad un gruppo composto da quattro “Giovannissimi” come me e quattro ragazzi dei “12-14”. Il 22 Aprile ci siamo messi in viaggio verso Roma accompagnati dai nostri educatori e dal nostro assistente e, così facendo, ci siamo messi in viaggio verso la felicità. La prima testimonianza che posso portare ai miei coetani è proprio questa: l’esperienza del Giubileo mi ha fatto trovare la felicità. Sono stati tre giorni in cui ho provato emozioni varie ed intense, le quali avevano un unico filo conduttore, un’unica meta di arrivo: la felicità con la “F” maiuscola!
La mattina del 23 Aprile abbiamo iniziato il pellegrinaggio verso la Porta Santa, e come noi l’hanno fatto tantissimi altri ragazzi provenienti da ogni parte del Mondo; è stato incredibile osservare quante persone fossero accorse a Roma in occasione di questo Giubileo, e come tutti noi fossimo uniti dalla sete di Dio. Quando in futuro sentirò parlare dei giovani e della loro mancata Fede, o dei loro frivoli valori, mi ricorderò di quella folla di pellegrini, per la gran parte composta da ragazzi, per dare testimonianza del fatto che non tutta la “nuova generazione” è marcia dentro e che ci sono milioni di giovani che hanno scelto di seguire le orme di Dio, perché credono “ancora” che questa sia la strada giusta da imboccare nella vita. Durante il pellegrinaggio ho provato grande stupore nello scoprire e nel vedere Papa Francesco celebrare il sacramento della Riconciliazione a Piazza San Pietro, assieme ad alcuni sacerdoti. Papa Francesco mi ha mostrato in questo gesto così semplice, la straordinarietà dell’essere umili; mi ha mostrato come le “cariche” e i “gradi di riconoscimento” siano nulla davanti a Dio che ci considera in base a ciò che siamo veramente; mi ha mostrato che davanti a Dio siamo tutti uguali e che noi non siamo nessuno per giudicare l’altro. L’emozione più grande, però, l’ho provata quando ho attraversato la Porta Santa e quando ho sperimentato il perdono di Dio nel sacramento della confessione. Attraverso queste due azioni, posso dire di essere entrata a pieno nello spirito giubilare, perché è proprio nel momento in cui si attraversa la Porta Santa e in cui si prende coscienza dei propri peccati che si rinasce a vita nuova. Protagoniste di questa intera esperienza sono state le opere di misericordia che ci hanno accompagnato in tutto il pellegrinaggio, anche attraverso tende posizionate in vari punti della città, in cui venivano raccontate due opere di misericordia. Ma l’esperienza del Giubileo è un’esperienza che coinvolge tutta la persona, e non solo sul piano spirituale. Anche a questo ha pensato Papa Francesco volendo una grande festa allo Stadio Olimpico la sera del 23 Aprile, dove vari ospiti hanno animato la serata e ci hanno fatto vivere momenti forti di svago e di divertimento. In quell’occasione il Santo Padre si è fatto presente attraverso un videomessagio per salutarci, esortandoci a non sentirci mai soli, perché anche “quando sul telefonino non c’è campo” ci sarà sempre un amico a risponderci: Gesù; è stata, poi, un ulteriore occasione per ribadirci di stare insieme e di sentirci fratelli l’uno con l’altro. La serata del 23 è stata un momento di gioia, un momento dedicato interamente a noi ragazzi che ci ha permesso di mostrare tutta la nostra energia e il nostro carisma.
Il mattino del 24 Aprile non ci restava che superare la tappa finale per poter acquisire l’Indulgenza Plenaria: la celebrazione eucaristica. La celebrazione eucaristica presieduta dal Santo Padre è sempre un’esperienza che mi lascia senza parole. Papa Francesco in questa celebrazione ha confermato la sua fiducia verso i giovani più di quanto lo faccia la società stessa e mi ha dato tanta speranza. Il Papa ha esortato tutti noi ragazzi a non perdere la capacità di sognare, a non essere “pensionati”, perché noi, con la nostra giovane età, siamo capaci di fare grandi cose! E’ stato questo forse il trampolino di lancio per noi giovani che siamo sempre più circondati da persone che ci vogliono far credere che valiamo meno di quello che effettivamente siamo, è stato questo il punto di svolta per essere consapevoli di poter sognare sempre e comunque, anche se le cose non vanno al meglio. Personalmente, le parole del Papa mi sono arrivate dritte al cuore e mi hanno svegliata da una fase in cui tutto mi sembrava grigio, ogni tentativo di rendere migliore la realtà in cui vivo, mi appariva vano. Il Papa ha ridato a me, così come ad altri ragazzi lì presenti, la certezza di ciò che noi ragazzi meglio sappiamo fare: SOGNARE. Papa Francesco, poi, ci ha detto di amare con le azioni concrete, e non con le belle parole, con le poesie! Inoltre il Papa, ha detto che dobbiamo essere LIBERI, liberi di dire di “Sì”, ma anche di saper dire di “No”, perchè amare come Dio ci ha insegnato, significa proprio amare liberamente. Posso dire, insomma, che le parole del Papa sono state motivo di riflessione e mi hanno spinto ad essere sempre meno indifferente e sempre più protagonista della mia vita.
Al termine della celebrazione il mio gruppo ha potuto vivere un’emozione ancor più grande: il nostro parroco ha abbracciato il papa! E’ stato questo bellissimo momento a chiudere la nostra esperienza, ed è sicuramente un’emozione che resterà impressa nel cuore di tutta la nostra comunità.
Consegno a tutti voi quest’esperienza, sperando di avervi lasciato almeno attraverso le mie parole, la grande gioia che ho potuto provare in prima persona. Ai miei coetani mi sento di dire che Dio è in mezzo a noi, basta solo cercarlo! Non abbiate paura delle proposte che vi vengono fatte in parrocchia, non siate timorosi, perché è proprio grazie a queste esperienze che possiamo sperimentare la misericordia di Dio.
In conclusione, prendo in prestito ancora una volta, le parole del Papa: SOGNATE e AMATE LIBERAMENTE! Solo così potrete raggiungere la ” vera Felicità”.
Susy Bianco