Tra pochi giorni diversi comuni appartenenti alla diocesi di Nola andranno al voto, contemporaneamente alle elezioni europee, per scegliere i nuovi vertici amministrativi. L’Azione cattolica diocesana invita i propri soci e simpatizzanti, le associazioni parrocchiali e tutte le comunità cristiane a vivere questo tempo di democrazia e partecipazione da un lato esercitando senza remore e scetticismi il diritto/dovere al voto sia per il proprio ente locale sia per l’Ue, dall’altro preparandosi alle elezioni e all’eventuale ballottaggio con un attento lavoro formativo e informativo sulle condizioni economiche dell’amministrazione comunale, sui progetti realizzati o meno negli ultimi anni, sui nuovi programmi dei partiti e delle coalizioni, sulle storie politiche, civili e giudiziarie dei candidati a sindaco e a consigliere comunale. Riteniamo infatti che solo un corretto e diffuso lavoro informativo e formativo possa contrastare la piaga più diffusa nel nostro territorio: quel voto clientelare, figlio di pessime abitudini culturali, che non solo anima e rafforza opprimenti circuiti politico-economici, ma rischia spesso di favorire l’infiltrazione della camorra nella gestione della cosa pubblica.
È davvero significativa questa coincidenza tra voto comunale ed europee nel cuore di una crisi economica che molto ha fatto discutere sul ruolo dell’Ue circa il futuro dell’Italia, del Sud, dei nostri territori e di ciascuno di noi. Tanto il “sindaco” e la “macchina comunale” rappresentano, nell’immaginario generale, l’ultimo filo che tiene legato i cittadini alle istituzioni, tanto l’Ue – della quale si riconoscono i meriti storici e l’indispensabilità per un futuro di pace e sviluppo – sembra oggi l’emblema di un’architettura che si è via via allontanata dalla vita delle persone. Andare alle urne assume dunque un significato diverso dal solito: votare, e votare bene, alla luce di un discernimento serio, è oggi più che mai un investimento sul futuro del Meridione, del Paese e dell’Europa.
Data l’importanza dell’imminente tornata amministrativa strettamente legata a quella europea, ci si sarebbe attesi segnali chiari di profondo cambiamento sin dalla stesura delle liste e dalla selezione delle candidature. Ma i segnali provenienti dal territorio sono contraddittori.
Da un lato occorre constatare, con amarezza, che nelle nostre cittadine il “gioco” resta ancora in mano a pochissime persone che da lunghissimi anni riescono ad orientare la vita politica e amministrativa. Si tratta di oligarchie trasversali che, pur cambiando talvolta denominazione politica, hanno di fatto ostacolato la nascita di una nuova classe dirigente più sensibile al cambiamento. In diverse esperienze passate si è dovuto infatti constatare che anche presunti “volti nuovi” erano in realtà la mano operativa di “volti già noti”. Da questo punto di vista, il coinvolgimento nelle liste della società civile, dell’associazionismo, dei professionisti, dei giovani e dei “normali cittadini” sembra essere ancora un “effetto scenografico” innestato nelle solite, e apparentemente immutabili, logiche di potere.
Allo stesso tempo, registriamo come segni di speranza quei laboratori di partecipazione politica che, nati ben prima della tornata elettorale, sono sfociati nell’impegno generoso di singole persone o di gruppi di cittadini. Crediamo che il presente e il futuro della politica locale si giochi proprio su un dialogo virtuoso, non strumentale, tra partiti/movimenti politici e nuovi modelli di partecipazione e cittadinanza in cui il tutto viene prima delle parti, il bene comune prima degli interessi privati, il progetto prima del raccattamento clientelare dei voti.
In giorni in cui tanti sono i proclami, le promesse e i “libri dei sogni”, come Azione cattolica diocesana segnaliamo una sola priorità assoluta: sostenere la dignitá, con tutti i mezzi umanamente possibili, dei giovani e di quelle famiglie che hanno perso uno o più redditi da lavoro per via di questa pesantissima crisi. A nostro avviso i sindaci, e le amministrazioni comunali, si valutano innanzitutto dai budget strutturali e dalla qualità delle politiche destinate, direttamente e indirettamente, a favorire occupazione e a promuovere la dignitá dei nuovi ultimi e penultimi del nostro tempo. Politiche non sporadiche ed episodiche, lontane da logiche assistenzialistiche e populistiche, ma innestate in una nuova capacitá progettuale in grado, come esorta Papa Francesco nell’Evangelii gaudium, di mettere “il tutto dinanzi alle parti”. La lotta alle povertá emergenti passa infatti attraverso la capacitá di immaginare nuovi modelli di sviluppo territoriali complementari a nuovi stili di vita piú sobri e solidali.
Alla prossima tornata amministrativa sono candidati in liste e partiti diversi per orientamento politico, e in ossequio a tutte le norme che ne determinano l’incompatibilità con incarichi associativi direttivi, diversi soci dell’Azione cattolica diocesana. A loro vogliamo esprimere sincera gratitudine, perché la scelta che hanno compiuto alimenta sentimenti positivi in tanti altri che, pur soffrendo per le difficoltà della politica e delle amministrazioni nei nostri territori, non riescono ancora a trovare il coraggio di esporsi in prima persona. Ai soci di Ac presenti nelle liste, e a tutti i candidati che si riconoscono nei valori della Dottrina sociale della Chiesa, chiediamo una particolare attenzione etica perché la loro sia in campagna elettorale “diversa”: una campagna elettorale non gridata ma pensata, costruttiva e non distruttiva, fondata sulla speranza e non sul rancore.
La presidenza dell’Azione Cattolica della diocesi di Nola
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