l’Ac e la pastorale

La comunità cristiana è in grado di educare o si interessa solo di fede, di religione, di soprannaturale? Non è forse orientata solo ad alcuni interessi precostituiti così che non coglie l’aspirazione alla libertà, all’autonomia delle persone, dei  giovani soprattutto. Insomma è cosa seria aspettarsi che un mondo così  stretto (qualcuno dice addirittura chiuso) come è quello del cattolicesimo sia in grado di sviluppare modelli educativi all’altezza della nostra modernità?

Questo interrogativo è alla base dell’intervento che mons.Domenico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica, ha tenuto sabato 26 febbraio in un momento di confronto e riflessione con padre Beniamino Depalma e i sacerdoti della diocesi di Nola su cosa ha da offrire oggi l’Azione Cattolica alla pastorale delle parrocchie e dei decanati.

Quello di mons. Sigalini è stato un intervento appassionato ed illuminante, denso di contenuti e di rimandi ad atteggiamenti concreti e reali in cui si è sottolineato sì il senso dell’avere l’Ac che

è uno spazio vivo in cui non ci si accontenta di orientare a doveri o a pratiche, ma in cui si colloca tutta la vita credente entro un progetto formativo, che segue le leggi più moderne della pedagogia. Non è una accozzaglia di persone, che fanno dello stare assieme gioiosamente, il che è già un grande contributo alla vita del mondo, il tutto della sua organizzazione. E’ invece una comunione intergenerazionale di persone che si dedicano gli uni agli altri e tutti assieme alla comunità cristiana e umana, con un impianto educativo definito, aggiornato alle esigenze dei tempi, capace di far vivere, crescere e credere. Crede intensamente nel Dio di Gesù Cristo e nella fede  trova le ragioni profonde del vivere, i valori cui orientarsi, i comportamenti conseguenti. Ama la chiesa concreta in cui vive e in essa si mette al servizio di tutta l’umanità, si apre al dono che è il  pilastro fondamentale di qualsiasi educazione di tutti i tempi. Apre adulti e giovani alla dimensione religiosa, alla formulazione delle domande fondamentali della vita, alla capacità di prendersi le loro responsabilità nella società. Si dota costantemente di persone qualificate per tutte le età e le fa interagire in progetti di ampio respiro. Basta dire che i giovani e gli adulti si danno da fare per educare i ragazzi (questa è l’ACR), se ne fanno carico esplicito, costruiscono gruppi, strumenti, piani, progetti per dare ad ogni ragazzo fin dalla tenera età la gioia delle ragioni del vivere e del credere.

L’AC ha capito che solo Dio tiene le chiavi del cuore dell’uomo e amandolo sopra ogni cosa ne intuisce i desideri, ne ascolta la chiamata e lo segue con generosità, ricevendone in cambio vita piena che mette a disposizione di tutti.

ma in cui non sono stati nascosti i rischi in cui si può incorrere nel momento in cui si chiama Ac qualcosa che in realtà non è Azione Cattolica, ma una “casta pastorale”

Potete leggere l’intero intervento scaricando il file word.

Sigalini – cosa può offrire di nuovo l’Ac alla pastorale di una parrocchia e di un decanato?

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