Con un comunicato congiunto, L’Azione Cattolica Italiana e Caritas Italiana hanno stabilito di operare insieme per i fratelli dell’Abruzzo nel breve e nel medio-lungo periodo. L’Ac desidera, con questa scelta, aiutare gli amici colpiti dal terremoto non attraverso azioni isolate e solitarie, ma in comunione con tutta la Chiesa. La Presidenza nazionale Ac, inoltre, incontrerà venerdì 24 aprile la delegazione regionale dell’Abruzzo-Molise per valutare ogni possibile ulteriore apporto che l’associazione può fornire alle comunità colpite dal sisma.
Ecco il testo del comunicato congiunto:
Accordo di collaborazione tra
Azione Cattolica Italiana e Caritas Italiana
per azioni di solidarietà nei confronti
delle popolazioni colpite dal terremoto del 6 aprile 2009
L’Azione Cattolica Italiana e Caritas Italiana, vista la gravità della situazione provocata dal terremoto che ha colpito l’Aquila e la sua provincia nella notte del 6 aprile, condividendo la necessità di un impegno che, al di là dell’emergenza della prima ora, si concretizzi in una presenza duratura nel breve-medio periodo, intendono definire una collaborazione al fine di progettare un’azione ordinaria di sostegno umano e materiale per la fase post-emergenziale e per la ricostruzione del tessuto civile ed ecclesiale.
In particolare, volendo valorizzare la dimensione diocesana e regionale delle rispettive organizzazioni e vista la suddivisione del territorio colpito dal sisma in otto zone omogenee, ciascuna delle quali è stata “gemellata” con una o più Delegazioni regionali Caritas, invitano le Delegazioni regionali di Azione Cattolica e Caritas a definire in ciascuna regione forme di collaborazione per una presenza di servizio nelle zone terremotate. L’Azione Cattolica metterà a disposizione volontari per il supporto ai sacerdoti per la riorganizzazione della vita comunitaria, per l’animazione liturgica, per ascolto e accompagnamento degli anziani e animazione dei bambini e giovani; nel periodo estivo i gruppi di Azione Cattolica diocesane e parrocchiali si renderanno disponibili ad accogliere ragazzi e giovani presso le strutture ove si svolgono le tradizionali attività estive.
Ai suddetti referenti regionali si chiede di definire al più presto una prima programmazione per almeno un semestre al fine di mettere in campo azioni concrete di animazione delle comunità, di vicinanza con le famiglie vittime del sisma e di aiuto alle persone più vulnerabili.
Roma, 22 aprile 2009
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