Un “ponte” tra cattolici e musulmani

Il 12 settembre 2006 il Papa Benedetto XVI tenne una lezione all’Università di Ratisbona in Baviera (Germania), alcuni passi del discorso suscitarono nell’ambiente islamico accese polemiche, proteste di piazza e minacce di morte per il Papa. Questo episodio portò il gelo nel dialogo tra cattolici e musulmani avviato da Giovanni Paolo II, fino a quando con una lettera, alcuni accademici, imam e intellettuali musulmani di vari paesi, proponevano di promuovere insieme ai cristiani la pace mondiale. L’iniziativa va sotto il nome “Una parola comune” e a marzo di quest’anno i promotori sono stati ricevuti in Vaticano da Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo Inter-Religioso. I partecipanti all’incontro fissarono l’appuntamento del “Forum Cristiano-Musulmano” a Roma dal 4 al 6 novembre, avente come tema generale “Amore di Dio, amore del prossimo”, più due sottotemi: “Fondamenti teologici e spirituali” e “Dignità umana e rispetto reciproco”.

Al Forum hanno partecipato 24 delegati per parte più 5 consiglieri, capo della delegazione vaticana è stato il Cardinale Tauran. I musulmani si sono presentati con una delegazione molto giovane e il capodelegazione è stato il Muftì della Bosnia-Erzegovina Mustafa Ceric. I lavori, in forma privata, nei primi due giorni hanno riguardato i due temi del seminario “fondamenti teologici e spirituali” e “dignità umana e rispetto reciproco”. Al termine dei lavori le due delegazioni hanno redatto una dichiarazione congiunta conclusiva in quindici punti con le riflessioni emerse nel corso del dibattito.

Cattolici e musulmani rinnegano la violenza e ogni forma di oppressione anche di origine religiosa. Concordano nella libertà di religione e soprattutto ritengono che la fede religiosa non debba essere causa di discriminazioni sociali. L’uomo creato da Dio con amore deve amare gli altri, ogni uomo ha la propria dignità, la propria identità e i propri diritti, valori che la legislazione civile dovrebbe tutelare garantendo parità ed uguaglianza. La diversità di culture, civiltà, lingue e popoli creati da Dio sono una fonte di ricchezza e non dovrebbero mai diventare causa di violenza o conflitto. Nel seminario è emersa l’importanza dei giovani per il futuro delle comunità religiose, un futuro in cui la società sarà multietnica e multireligiosa. E’ quindi indispensabile che ogni giovane sia formato nella propria religione e informato sulle altre. Non sono mancati temi attuali come la crisi economica globale. I delegati invitano i credenti a operare in un sistema finanziario più etico senza dimenticare i poveri e chi soffre la fame.

I delegati cattolici e musulmani si sono dati appuntamento per il secondo Forum cattolico-musulmano da tenersi entro due anni in un Paese a maggioranza musulmana.

Nell’ultimo giorno il Papa ha ricevuto i partecipanti al Forum, nel suo discorso ha ringraziato tutti e si è complimentato per il lavoro svolto. L’incontro è stato possibile perché c’è stima reciproca e desiderio di ascoltarsi con rispetto, l’amore di Dio e l’amore del prossimo sono il centro sia dell’Islam sia del Cristianesimo a testimonianza di un fondamento teologico comune. Benedetto XVI ha sottolineato la centralità della persona e della dignità di ogni essere umano, il rispetto della vita come dono di Dio. Il Papa chiede di unire gli sforzi per superare le incomprensioni e i pregiudizi del passato. Invita ad educare tutte le persone, specialmente i giovani, per costruire insieme un mondo più fraterno.

Santolo Ametrano

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