Vedi Napoli e poi muori

Grottesco è il termine carino che si usa per dire “si ride per non piangere”.

E la vicenda rifiuti a Napoli e provincia è un qualcosa di molto grottesco. Quasi ci si perde nella storia del capoluogo se si tenta di ricercare il momento in cui è esploso questo problema. Chi dice 20 anni, chi 14, chi un paio, chi pare essere convinto che l’emergenza-rifiuti  sia un fatto recentissimo, sviluppatosi ed esploso solo negli ultimi mesi.

In questi  giorni sembra di assistere all’ennesimo teatrino in cui i vari attori sulla scena si scambiano accuse a vicenda senza arrivare al dunque. Sul palco si alternano lo storico padrone di casa e signora che dietro un “le cose non dipendono solo da me, perché dovrei assumermene le responsabilità?” nascondono le loro colpe (tra l’altro non dimentichiamo che è in corso un processo che vede coinvolto direttamente uno di questi personaggi),  ci sono poi i due nonni che si accusano l’un l’altro di non fare e di non aver fatto nulla, ci sono  gli inquilini di casa che raggelati dall’immobilismo altrui e ragionando in una meravigliosa ottica del “se non lo fai tu, perché dovrei farlo io?” protestano, si arrabbiano, si mobilitano, urlano, ma rifuggono anche loro dalle proprie responsabilità.

Insomma una vera e tipica sceneggiata napoletana dedicata alla ciclicità non dei rifiuti, ma della storia con fatti che ritornano a riproporsi ad intervalli regolari (sempre più frequenti), con l’impressione di vivere all’interno di un dejà-vu collettivo (basti ricordare che la stessa AC di Nola l’anno scorso al problema dello smaltimento rifiuti dedicò una scuola di cittadinanza che non era profetica, ma già attuale).

Ma penso che il fatto più ridicolo (o grottesco) si celi dietro la soluzione del problema. Che pare, almeno così è stato dichiarato in pompa magna, essere stato trovato. Non metterà tutti d’accordo, ma c’è.

Dov’è il ridicolo? Nel fatto che dopo mesi e mesi di commissariamento, proteste, emergenze, raccolte straordinarie di rifiuti per far bella figura durante le vacanze, mesi e mesi in cui sembrava che non fosse possibile arrivare ad una soluzione, ecco che questa è stata trovata. In pochi giorni.

Parliamo di un problema vecchio di un paio di decenni e in pochi giorni si trova la soluzione. In pratica in passato si è solo perso tempo. Abbiamo avuto conferma che forse dietro la montagna di immondizia che ci sommerge c’erano interessi da parte di molti personaggi del teatrino (alcuni dei quali non sono mai comparsi sul palcoscenico).

Non so voi, ma a sentire le dichiarazioni di Prodi io ho provato un po’ di rabbia. Tre termovalorizzatori, un nuovo commissario, l’obbligo dello smaltimento rifiuti, la richiesta alle altre Regioni di accogliere un po’ di immondizia campana (per quanto possono) per smaltire l’emergenza, uso dell’esercito per le situazioni più critiche, individuazione di siti per costruire discariche. Nella sostanza (esercito a parte) quello che si fa nel resto d’Italia. Solo che per capire che anche la Campania fa parte dell’Italia ci sono voluti più di 14 anni, una serie infinita di fallimenti e una rivolta popolare che ha assunti i toni di una guerriglia urbana.

Sì perché se è vero che ci sono le colpe istituzionali a vari livelli , i cittadini non ne escono puliti. Da Pianura in cui teppisti hanno messo in cattiva luce una pacifica protesta (che a mio avviso molto pacifica non era, basti pensare che Quarto ieri è stato isolato con la forza), a tutti gli altri.

Verrebbero da dire solo due parole, fulcro del problema, bene comune, ma sinceramente ti cadono le braccia. Perché quando, per quanto esasperati, vedi ovunque persone che buttano l’immondizia nel bidone dl vicino (che poi a sua volta la butta nel suo) per non averla sotto casa; quando pensi che qualcuno questa immondizia dovrà pur prenderla, anche solo come sistemazione momentanea, per uscire dall’empasse, che sono egoisti nel protestare e poi quando tocca a te metti in atto a tua volta una civilissima protesta; quando vedi che nonostante l’emergenza in questi giorni le persone buttano più cose del solito (ci avete fatto caso? Io non ho mai visto tanti materassi, pneumatici, reti del letto, mobili vecchi e chi più ne ha più ne metta), in questi casi ti viene da pensare che forse quegli amministratori immobili, che guardavano i loro interessi e basta, forse sono solo lo specchio, seppur parziale, delle persone che li hanno votati per anni e anni.