È bello dirlo. E ancora più bello ripeterlo. L’AC compie 140 anni.
Il 28 settembre sono iniziati gli appuntamenti per ricordare e celebrare degnamente questo compleanno così speciale. L’appuntamento era a Castel San Pietro Terme, in provincia di Bologna, città che ha dato i natali a uno dei due fondatori dell’AC: Giovanni Acquaderni.
In questa occasione è stato diffuso un Manifesto già sottoscritto da decine di intellettuali e aderenti alla associazione. Un manifesto in cui, come ha sottolineato il nostro presidente Alici, si ribadisce come la scelta religiosa non sia sinonimo di “fuga nel disimpegno, [e che] intesa come purificazione dal collateralismo politico non è un passo indietro, ma nella sua cifra originaria, che noi vogliamo rilanciare, è un passo in avanti nella testimonianza pubblica della fede stando dentro il nostro tempo, rinnovando il nostro servizio alla Chiesa, soprattutto nella sua dimensione diocesana”, partecipi “delle attese e dei problemi della gente”. “Con questo stile – continua il Manifesto – siamo al servizio dell’uomo: per onorare la dignità personale con i suoi valori irrinunciabili, a cominciare dalla vita e dalla pace, dalla famiglia e dall’educazione; per camminare accanto a tutti e ciascuno. […] Vogliamo spenderci in favore del bene comune, attraverso l’educazione alla responsabilità personale, all’impegno pubblico, al senso delle istituzioni, alla partecipazione, alla democrazia. Il paese merita un futuro all’altezza del proprio patrimonio di fede cristiana, di cultura umanistica e scientifica, di passione civile e di solidarietà sociale. Noi vogliamo compiere un passo avanti verso questo paese, con il Vangelo e con la vita: incontro alla gente, nel segno di un ethos condiviso, secondo uno spirito di autentica laicità, ricercando un’armonia sempre possibile tra piazze e campanili”
Il presidente Alici, inoltre ha detto la sua sull’attualità politica: in quanto associazione viva e presente sul territorio l’AC “certi segnali li coglie con anticipo. E purtroppo Grillo è solo la punta di un iceberg che è molto più grande: da tempo la nostra ‘rete dei sismografì’ nella società italiana ci dà segnali di profonda sofferenza: e se cresce la distanza tra la gente e il mondo della politica, soprattutto cresce la distanza tra i giovani e la classe dirigente. Soprattutto in certe aree del Paese, perché non bisogna dimenticare che in Italia il bipolarismo vero è tra Nord e Sud [..] L’allarme che come associazione ci sentiamo di lanciare – chiarisce Alici – non vuole essere sterile: un allarme genera ansia se non è accompagnato da proposte costruttive, che mirano ad un bene che accomuna e supera i progetti che dividono. Il paese sta in piedi se si concentra sulle cose che accomunano”.
Uno strumento produttivo e già a portata di mano: la Settimana Sociale, a metà ottobre, che non dovrà essere solo “una passerella per il centenario”, ma da cui dovrà venire un “impegno serio” su questi temi.
Anche mons. Angelo Bagnasco si è rivolto all’AC in occasione dell’incontro di Castel San Pietro, attraverso una lettere indirizzata ad Alici: “Siete gli eredi di una lunga storia di amore per la Chiesa e di sacrificio, di impegno educativo e di evangelizzazione, in cui non è raro ravvisare intuizioni che si sono rivelate preziose anticipazioni di quanto è andato poi maturando come patrimonio comune sul fronte della pastorale e della testimonianza di fede […] Di questo ha particolarmente bisogno oggi la Chiesa italiana da parte dell’Azione Cattolica: di una forza viva che, mentre accompagna il cammino quotidiano delle comunità, sperimenta vie nuove e non cessa di unire il pensiero all’azione […] la Chiesa italiana vi è sinceramente grata e se continua a chiedervi molto, specie nel quotidiano impegno nelle diocesi e nelle parrocchie, è perché non può fare a meno di ‘un gruppo di laici, che fedeli alla loro vocazione e stretti attorno ai legittimi Pastori, siano disposti a condividere, insieme con loro, la quotidiana fatica dell’evangelizzazione in ogni ambiente”
Perché, come conclude il Manifesto “questo è il nostro impegno. Un impegno e un invito. Un invito e una speranza. Mille incontri per un unico, vero, grande Incontro. Il tuo sì ci interessa”.
Insomma: 140 anni e non sentirli.